Eco Consul

sicurezza sul lavoro

 Il metodo :

È un metodo che consente di promuovere la discussione e la partecipazione. Può essere particolarmente efficace in contesti in cui è estremamente semplice associare ai problemi chi ha la responsabilità di risolverli. È stato inizialmente sperimentato in campo ambientale, soprattutto per la soluzione di problemi tipici degli ambienti urbani. Un metodo simile può diventare uno strumento molto incisivo utilizzato nell’ambito aziendale sia nell’individuazione dei rischi correlati all’attività lavorativa (anche reparto per reparto) che nella gestione degli stessi

Gli obiettivi:

Un EASW serve a stimolare la partecipazione nelle scelte legate al miglioramento delle condizioni di lavoro nell’azienda e a promuovere  anche una maggiore consapevolezza nella gestione dei rischi legati all’attività ed al modo per evitare l’accadimento di incidenti sul lavoro o l’insorgere di malattie professionali.Consente ai partecipanti di scambiarsi informazioni, discutere i temi ed i processi che governano lo sviluppo tecnologico e l’impatto delle tecnologie sull’ambiente di lavoro, stimolandone la capacità di identificare e pianificare soluzioni concrete ai problemi esistenti. Per questa ragione il primo protagonista di questa proposta deve essere l’Azienda stessa. La metodologia EASW  è  particolarmente adatta a:

  • incoraggiare il dialogo e la partecipazione delle diverse componenti nell’attività lavorativa;
  • creare una relazione equilibrata tra ambiente di lavoro, tecnologia  e personale;
  • consentire un sviluppo dell’attività nel rispetto dei bisogni e delle aspirazioni di tutte le componenti aziendali.

Gli strumenti

In un EASW i partecipanti si incontrano per scambiare opinioni, sviluppare una visione condivisa sul futuro di in lavoro più sicuro  nella propria Azienda ( o Reparto)  e proporre idee su come realizzarlo, rispondendo alle seguenti domande fondamentali:

  • Come è possibile risolvere i problemi identificati? Si dovrà puntare più sulla tecnologia o su soluzioni organizzative?
  • Chi è principalmente responsabile della loro soluzione? Il datore di Lavoro, il lavoratore o entrambi?

Dunque il metodo fa ragionare sul ruolo che da un lato la tecnologia e dall’altro i diversi sistemi di organizzazione aziendale possono giocare nel rendere i modelli di sviluppo più attenti ai bisogni di tutti. Lo fa in modo semplice ed induttivo, perché ha come obiettivo fondamentale proprio il far confrontare i soggetti su temi che, almeno tendenzialmente, non sono normalmente in discussione nel quotidiano. I partecipanti sono da considerarsi gli esperti, in quanto, operando a livello aziendale o di reparto, essi:

  • conoscono le opportunità di cambiamento ed i loro limiti;
  • possono promuovere il cambiamento modificando i propri modelli comportamentali.

L’ambito di utilizzo

La metodologia European Awareness Scenario Workshop è nata per promuovere il dibattito su temi legati all’ecologia e all’ambiente urbano e, più in generale, per stimolare la partecipazione sociale in programmi finalizzati allo sviluppo sostenibile di un territorio (es, Agenda 21). Il suo utilizzo è stato poi sperimentato con successo ed esteso anche ad altri ambiti, quali quello della progettazione partecipata.

La Eco Consul sas propone una metodologica simile applicandola , in modo innovativo rispetto ai tradizionali approcci, al delicato campo della Sicurezza nei Luoghi di lavoro. Il nuovo approccio rende protagonisti del processo una pluralità di attori aziendali (operai, impiegati, tecnici, dirigenti, datori di lavoro, responsabili di reparto, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza o sindacali) anziché come comunemente avviene il consulente che effettua la Valutazione dei Rischi. Qui il processo viene invertito con indubbi vantaggi sia in termini di crescita della consapevolezza che di formazione del personale e di tutte le componenti aziendali.

In un workshop la discussione dovrà svilupparsi su quattro temi specifici, legati alla tematica generali di discussione, scelti in modo da consentire un’analisi integrata delle possibili soluzioni. In un workshop relativo alla Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, ad esempio, i temi suggeriti per la discussione possono essere:

  1. I rischi correlati all’Attività
  2. Uso più attento delle Macchine
  3. Uso più attento dei Prodotti
  4. Miglioramento delle condizioni generali di lavoro

I temi suggeriti sono solo esemplificativi : Andranno personalizzati e dovranno essere legati a ciascuna tipologia di attività Aziendale o  di reparto.

Gli attori

Ad un EASW partecipano  (max 24-28 persone) I partecipanti devono essere rappresentativi della realtà in cui operano. Dovranno essere scelti tra diverse componenti in relazione anche alle dimensioni e all’organizzazione aziendale. Ad esempio :

  1. Lavoratori
  2. Preposti
  3. Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza
  4. Datore di Lavoro
  5. Dirigenti
  6. Capi reparto
  7. Rappresentanti Sindacali
  8. Tecnici

Le fasi

Un EASW è costruito su due attività principali: lo sviluppo di visioni e la proposta di idee.

  • Nello sviluppo di visioni i partecipanti, dopo una breve sessione introduttiva, lavorano in gruppi di interesse, in ragione dell’appartenenza ad una stesso reparto o secondo un tema specifico  d’importanza aziendale con l’obiettivo di individuare i rischi principali e secondari legati all’attività.. Durante il lavoro di gruppo, i partecipanti sono invitati ad immaginare, in relazione ai temi della discussione, come individuare i problemi legati alla  Sicurezza  nel luogo di lavoro  . Successivamente, tenendo come punto di riferimento gli scenari individuati, devono prospettare 4 possibili soluzioni alternative (basate su diverse combinazioni nell’uso di tecnologie e nell’organizzazione della vita aziendale). Per facilitare quest’attività, la metodologia prevede una serie di tecniche per la gestione della discussione ed il raggiungimento dei risultati previsti. Le visioni elaborate da ciascun gruppo dovranno poi essere presentate in una successiva sessione plenaria, al termine della quale, con una votazione, sarà scelta la visione comune di tutti i partecipanti. Questa visione dovrà prospettare in modo preciso le soluzioni adottate, sottolineando per ciascuna di esse il ruolo giocato dalla tecnologia e quello dell’organizzazione aziendale. La visione emersa al termine di questa sessione di lavoro, perfezionata dal facilitatore e dai capigruppo in una piccola riunione al termine di questo primo insieme di attività, sarà alla base di quella successiva della proposta di idee.
  • Nella proposta di idee i partecipanti sono chiamati a lavorare in gruppi tematici. Dopo una breve introduzione ai lavori, in cui il facilitatore presenta la visione comune (Individuazione delle criticità e Valutazione dei Rischi) , comincia una nuova sessione di lavoro di gruppo. Questa volta i gruppi vengono formati, mischiando tra loro i partecipanti, in funzione del tema in discussione (macchine, prodotti, ecc.). Ciascun gruppo avrà così al suo interno rappresentati diversi interessi e dovrà occuparsi, partendo dalla visione comune, di proporre idee su come realizzarla. Anche in questo secondo insieme di attività la discussione dovrà essere guidata, con l’ausilio di una serie di tecniche, per far formulare a ciascun gruppo idee concrete che propongano come realizzare la visione comune e chi dovrà assumersi la responsabilità della loro realizzazione rispetto al tema assegnato. Ogni gruppo potrà formulare un numero limitato di idee (di solito 5).
  • Le idee saranno presentate in una successiva sessione plenaria per essere discusse e votate. Le idee più votate potranno infine essere alla base del piano di azione locale elaborato dai partecipanti per risolvere i problemi in discussione.

L’ Implementazione del percorso partecipato sulla Sicurezza

 Protagonista dell’implementazione del percorso partecipato è in primo luogo l’Azienda che lo propone a tutte le componenti valutandone opportunità e vantaggi. L’Azienda infatti definisce le varie fasi del percorso  e stabilisce insieme ai facilitatori il cronoprogramma di massima. Alla fine del Percorso la Direzione aziendale curerà l’integrazione della Documentazione di Valutazione dei Rischi già presente in Azienda con la Nuova Valutazione ed il Piano delle Azioni uscite dal Percorso Partecipato con  tutte le componenti aziendali.

 Il Monitoraggio

 Dopo alcuni mesi (6) dalla conclusione del Work shop i capigruppo ,in riunione plenaria dovranno relazionare circa il funzionamento delle soluzioni adottate . A fronte di insoddisfacenti conclusioni di alcuni problemi specifici all’interno di un ulteriore work-shop i capigruppo proporranno soluzioni correttive o migliorative. Il monitoraggio andrà relazionato generalmente in occasione della verifica periodica.Si faccia comunque riferimento al più specifico documento  “ Modalità di Gestione dei Gruppi”.

 

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