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Nuova direttiva Amianto: come adeguare le imprese.

Nuova direttiva amianto: crescono attesa e d ansia per le aziende.

La nuova direttiva europea 2023/2668 sull’amianto modifica le regole esistenti in materia di protezione dei lavoratori. Pertanto è lecito domandarsi cosa cambierà e quali saranno le implicazioni per imprese.

Il problema delle esposizioni sporadiche

Un punto cruciale riguarda le cosiddette “esposizioni sporadiche e di debole intensità” (ESEDI), ovvero brevi contatti con l’amianto in condizioni particolari. Fino ad ora, per queste situazioni erano previste delle deroghe, ovvero alcune misure di sicurezza potevano essere omesse.

Cosa cambia con la nuova direttiva amianto?

La nuova direttiva restringe le deroghe per le ESEDI. In pratica, le imprese dovranno applicare misure di sicurezza più stringenti anche in caso di esposizioni brevi e limitate. Questo significa:

  • Più controlli: Aumenteranno i controlli per verificare la presenza di amianto e valutare i rischi per i lavoratori.
  • Maggior protezione: Saranno introdotte misure di protezione più rigorose, come la sorveglianza sanitaria e la registrazione dei lavoratori esposti.
  • Meno deroghe: Le possibilità di derogare alle misure di sicurezza saranno più limitate.

Perché questo cambiamento?

L’obiettivo è quello di garantire una maggiore protezione per i lavoratori esposti all’amianto, anche in situazioni che in passato erano considerate a basso rischio. L’amianto è infatti una sostanza altamente pericolosa e cancerogena, anche a basse concentrazioni.

Cosa significa per le imprese?

Per le imprese, la nuova direttiva comporta un aumento degli obblighi e dei costi. Dovranno adeguare i propri sistemi di gestione della sicurezza, effettuare più controlli e investire in formazione e attrezzature.

Cosa resta da fare?

Il governo italiano dovrà ora tradurre la direttiva europea in legge nazionale. Sarà fondamentale definire nel dettaglio le nuove regole e fornire alle imprese gli strumenti necessari per adeguarsi.

In sintesi

La nuova direttiva sull’amianto rappresenta un passo avanti verso una maggiore tutela della salute dei lavoratori. Le imprese dovranno affrontare nuove sfide, ma è fondamentale garantire che i lavoratori siano protetti da un rischio così grave come quello dell’esposizione all’amianto.

Per maggiori dettagli sulla normativa e su come attuarla potete chiedere a Ecoconsulsas di Fiorenzuola D’Arda, azienda di consulenza sulla sicurezza ambientale.  I nostri contatti sono +39 0523984372 o potete scriverci a info@ecoconsulsas.it .

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Nuovo Accordo Stato-Regioni 2024 per la formazione sulla Sicurezza Lavoro

Accordo Stato-Regioni 2024 sulla Formazione per la Sicurezza sul Lavoro: Cosa Cambia nel 2024?

Un aggiornamento indispensabile per datori di lavoro, preposti e lavoratori

Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, e con esso anche la normativa sulla sicurezza. Pertanto, da questo punto di vista, il nuovo Accordo Stato-Regioni rappresenta un importante passo avanti in questa direzione sulla formazione per la sicurezza sul lavoro, la cui bozza definitiva è stata presentata nel maggio 2024. Questo accordo, previsto dall’art. 13 del DL 146/2021 e atteso da tempo, mira a uniformare e aggiornare le norme sulla formazione in materia di salute e sicurezza, come previsto dal decreto legislativo 81/2008.

Perché è importante questo nuovo accordo?

L’obiettivo principale consiste nel garantire una formazione più efficace e aggiornata per tutti i soggetti coinvolti nel processo produttivo, al fine di prevenire infortuni e malattie professionali. Il nuovo accordo, infatti:

  • Raggruppa e aggiorna: Unifica e semplifica le normative precedenti, rendendo più chiare le responsabilità e le modalità di formazione.
  • Individua nuovi contenuti: Introduce nuovi temi formativi, come quelli legati all’utilizzo di nuove attrezzature e tecnologie.
  • Definisce modalità di verifica: Stabilisce criteri più rigorosi per la valutazione dell’apprendimento e per il monitoraggio dell’efficacia della formazione.

Quali sono le principali novità?

Le principali novità introdotte dal nuovo accordo riguardano principalmente la durata e i contenuti dei corsi, le verifiche finali e i meccanismi di controllo.:

  • Durata e contenuti dei corsi: Vengono ridefiniti i tempi e i contenuti minimi dei corsi per datori di lavoro, dirigenti e preposti, con particolare attenzione alla formazione specifica per determinate tipologie di rischio.
  • Verifiche finali: Si introduce l’obbligo di una verifica finale per tutti i corsi, al fine di accertare l’effettivo apprendimento dei partecipanti.
  • Monitoraggio e controllo: Si definiscono i meccanismi di controllo sull’attività formativa, per garantire la qualità dei corsi e il rispetto delle normative.
  • Entrata in vigore: L’accordo entrerà in vigore a partire dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Cosa cambia per le aziende?

Il nuovo accordo comporta una serie di implicazioni per le aziende, tra cui:

  • Aggiornamento dei piani formativi: Le aziende evono adeguare i propri piani formativi ai nuovi contenuti e alle nuove durate dei corsi.
  • Scelta di enti formativi qualificati: È fondamentale rivolgersi a enti formativi accreditati e in grado di garantire la qualità della formazione.
  • Verifica della formazione: Le aziende dovranno conservare la documentazione attestante la partecipazione dei lavoratori ai corsi e i risultati delle verifiche finali.

Conclusioni

Il nuovo Accordo Stato-Regioni sulla formazione per la sicurezza sul lavoro rappresenta un importante passo avanti verso una cultura della prevenzione sempre più diffusa. L’aggiornamento delle norme in materia di formazione è fondamentale per garantire un ambiente di lavoro più sicuro e salubre per tutti.

Ricordiamo che Ecoconsulsas offre servizi di consulenza alle aziende per la conformità alla direttiva sugli agenti cancerogeni e mutageni. Aiutiamo le aziende a valutare il loro rischio di esposizione, a implementare le misure di prevenzione e protezione necessarie e a redigere la documentazione obbligatoria.

Info a 0523 984372

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RENTRI assistente virtuale: semplificare la gestione rifiuti.

RENTRI:  assistente virtuale operativo per aziende e cittadini.

RENTRI assistente virtuale: Ma cos’è? n nuovo strumento a disposizione degli operatori per facilitare l’adempimento agli obblighi normativi in materia di tracciabilità dei rifiuti.

A partire dal 13 maggio 2024, il Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRI) ha attivato un nuovo servizio di Assistenza Virtuale. Si tratta di uno strumento pensato per semplificare la vita agli operatori del settore, guidandoli nell’individuazione dei nuovi adempimenti e obblighi normativi in materia di gestione dei rifiuti.

L’Assistente Virtuale è accessibile gratuitamente h24 dalla sezione “SUPPORTO” del portale. Non è richiesta alcuna autenticazione, quindi l’utilizzo è immediato e fruibile da chiunque.

Come funziona l’Assistente Virtuale RENTRI

L’Assistente Virtuale si presenta come un percorso di navigazione guidata all’interno del portale RENTRI. Attraverso un sistema di domande e risposte, l’utente viene indirizzato verso le informazioni più pertinenti alle sue esigenze.

L’interfaccia è semplice e intuitiva, pensata per essere utilizzata anche da chi non ha dimestichezza con gli strumenti informatici. Le informazioni sono fornite in modo chiaro e sintetico, utilizzando un linguaggio comprensibile a tutti.

Quali sono i vantaggi 

L’utilizzo dell’Assistente Virtuale RENTRI offre numerosi vantaggi agli operatori del settore:

  • Riduce il tempo necessario per reperire le informazioni. L’utente viene indirizzato direttamente verso le sezioni del sito che contengono le informazioni di cui ha bisogno, evitando inutili navigazioni e ricerche tra pagine web.
  • Fornisce informazioni sempre aggiornate. L’Assistente Virtuale è costantemente aggiornato con le ultime novità normative in materia di gestione dei rifiuti. In questo modo, gli operatori possono essere certi di avere sempre a disposizione le informazioni corrette per adempiere ai propri obblighi.
  • ** semplifica l’apprendimento delle nuove normative.** L’Assistente Virtuale fornisce una spiegazione chiara e concisa dei nuovi adempimenti e obblighi normativi. Questo rende più facile per gli operatori comprendere le nuove disposizioni e metterle in pratica.
  • Promuove l’autosufficienza degli operatori. L’Assistente Virtuale è concepito per aiutare gli operatori a trovare autonomamente le informazioni di cui hanno bisogno. Questo li rende più autonomi e riduce la necessità di contattare il servizio di assistenza clienti.

Un nuovo strumento per la tutela dell’ambiente

L’attivazione dell’Assistente Virtuale RENTRI rappresenta un passo importante verso la semplificazione della normativa sulla gestione dei rifiuti e il miglioramento dell’efficacia del sistema di tracciabilità.

Fornendo agli operatori uno strumento facile da usare e sempre aggiornato, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica punta a favorire il corretto adempimento agli obblighi normativi e a promuovere una gestione più efficiente e responsabile dei rifiuti.

In definitiva, l’Assistente Virtuale RENTRI si inserisce nel quadro di un più ampio impegno per la tutela dell’ambiente e la promozione di una economia circolare.

Per maggiori dettagli sulla normativa e su come attuarla potete chiedere a Ecoconsulsas di Fiorenzuola D’Arda, azienda di consulenza sulla sicurezza ambientale.  I nostri contatti sono +39 0523984372 o potete scriverci a info@ecoconsulsas.it .

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Sfalci da manutenzione del verde: non più sottoprodotti

Sfalci da manutenzione e potature: non sono sottoprodotti, ma rifiuti da smaltire correttamente.

17 Maggio 2024 – La gestione dei residui derivanti dalla manutenzione del verde, sia pubblico che privato, ha subito un importante chiarimento da parte della Commissione Europea, circa gli sfalci da manutenzione, in risposta a un quesito posto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE).

La questione centrale riguardava la possibilità di classificare questi scarti come sottoprodotti, escludendoli così dalla disciplina sui rifiuti. La risposta della Commissione è stata netta: gli sfalci  da manutenzione e le potature non possono essere considerati sottoprodotti.

Perché gli sfalci non sono sottoprodotti?

La Direttiva Europea 2008/98/CE sui rifiuti definisce un rifiuto come “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi”. I residui della manutenzione del verde rientrano chiaramente in questa definizione, non essendo destinati ad alcun ulteriore utilizzo.

Inoltre, l’articolo 5 della stessa direttiva stabilisce le condizioni per qualificare una sostanza come sottoprodotto. Tra queste, è fondamentale che la sostanza derivi da un “processo di produzione”. La Commissione Europea ha chiarito che l’attività di manutenzione del verde non può essere considerata un processo produttivo in quanto il suo scopo è la cura e la conservazione delle aree verdi, non la fabbricazione di un prodotto.

Quali sono le conseguenze per gli sfalci da manutenzione?

La precisazione della Commissione Europea ha importanti conseguenze per la gestione di questi rifiuti. In particolare:

  • Non è possibile smaltirli liberamente in natura o conferirli in discariche non autorizzate.
  • Devono essere conferiti a impianti di trattamento regolarmente autorizzati.
  • Il loro smaltimento è soggetto ai controlli previsti dalla normativa sui rifiuti.

Cosa fare con gli scarti degli sfalci della manutenzione del verde?

Esistono diverse soluzioni per il corretto smaltimento degli scarti di manutenzione del verde, tra cui:

  • Compostaggio: Gli scarti possono essere trasformati in compost, un fertilizzante naturale utile per l’agricoltura e il giardinaggio.
  • Pacciamatura: I residui triturati possono essere utilizzati come pacciamatura per le aiuole, aiutando a trattenere l’umidità nel terreno e a ridurre la crescita delle erbacce.
  • Biogas: In alcuni casi, gli scarti di manutenzione del verde possono essere utilizzati per la produzione di biogas, una fonte di energia rinnovabile.

È importante sottolineare che la scelta della soluzione più idonea dipende da diversi fattori, come la quantità e il tipo di scarti prodotti, la disponibilità di impianti di trattamento e le normative locali.

Conclusione

La precisazione della Commissione Europea sulla natura dei residui della manutenzione del verde è un passo importante per una gestione più efficiente e sostenibile di questi scarti. È fondamentale che tutti gli operatori del settore, dagli enti pubblici alle aziende private, siano consapevoli delle normative vigenti e adottino le corrette procedure di smaltimento.

Per maggiori dettagli sulla normativa e su come attuarla potete chiedere a Ecoconsulsas di Fiorenzuola D’Arda, azienda di consulenza sulla sicurezza ambientale.  I nostri contatti sono +39 0523984372 o potete scriverci a info@ecoconsulsas.it .

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Pneumatici fuori uso: ripristinati gli obblighi per gli operatori.

Pneumatici fuori uso: ripristinati gli obblighi per gli operatori

Ripristinato l’obbligo di gestione dei Pneumatici Fuori Uso (Pfu) per tutti gli operatori singoli che immettono sul mercato almeno 200 tonnellate di pneumatici l’anno.

Con la sentenza 21 maggio 2024, n. 4519, il Consiglio di Stato ha riformato la precedente sentenza del Tar del Lazio che aveva annullato il Dm 182/2019 (cd. “Regolamento Pfu”). Il Decreto, infatti, stabiliva l’obbligo per gli operatori di provvedere autonomamente allo smaltimento dei Pfu generati.

La decisione del Consiglio di Stato si basa sulla considerazione che l’obbligo di gestione dei Pfu, seppur non esplicitamente previsto dalla normativa, non risulti neanche escluso. Anzi, l’articolo 228 del Dlgs 152/2006 (“Codice ambientale”) attribuisce al Ministero dell’Ambiente il compito di individuare le modalità più opportune per una gestione dei Pfu rispettosa dell’ambiente, con ampia discrezionalità.

Inoltre, lo stesso articolo 228 correla i quantitativi di Pfu da gestire ai quantitativi di pneumatici destinati alla vendita “sul territorio nazionale”, a dimostrazione, secondo il Consiglio di Stato, dell’importanza di un approccio territoriale nella gestione di questi rifiuti.

La soglia di 200 tonnellate fissata dal Ministero, pur potendo apparire bassa, viene ritenuta dal Consiglio una valutazione di merito basata su ragioni di convenienza economica. Tale valutazione, non configura un vizio di legittimità come invece sostenuto dal Tar del Lazio.

La conseguenza di questa sentenza è che, a partire dal 21 maggio 2024, tutti gli operatori che immettono sul mercato almeno 200 tonnellate di pneumatici l’anno dovranno provvedere autonomamente alla gestione dei Pneumatici Fuori Uso.

Si tratta di un passo importante per la tutela dell’ambiente, in quanto contribuirà a ridurre l’abbandono illegale di Pfu e a favorire il loro riciclo e smaltimento in maniera corretta.

Per maggiori dettagli sulla normativa e su come attuarla potete chiedere a Ecoconsulsas di Fiorenzuola D’Arda, azienda di consulenza sulla sicurezza ambientale.  I nostri contatti sono +39 0523984372 o potete scriverci a info@ecoconsulsas.it .

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Direttiva UE su agenti cancerogeni e mutageni: Italia in ritardo.

L’Italia tarda nel recepimento della direttiva UE sugli agenti cancerogeni e mutageni: a rischio la salute di milioni di lavoratori

La Commissione europea ha inviato una lettera di costituzione in mora a 20 Stati membri, tra cui l’Italia, che non hanno ancora recepito nel proprio diritto nazionale la direttiva 2022/431 sulla protezione dei lavoratori dai rischi derivanti dall’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro. Il termine per il recepimento era il 5 aprile 2024, ma l’Italia, insieme ad altri 10 Stati, non ha ancora completato il processo.

Il provvedimento rappresenta un passo avanti fondamentale per la tutela della salute dei lavoratori europei. Essa amplia il campo di applicazione della precedente direttiva sugli agenti cancerogeni e mutageni, includendo le sostanze tossiche per la riproduzione, stabilisce nuovi limiti di esposizione per alcune sostanze particolarmente pericolose (come acrilonitrile, nichel e benzene) e rafforza le misure di prevenzione e protezione per i lavoratori esposti a queste sostanze.

Ogni anno nell’UE circa 80.000 persone muoiono a causa di malattie professionali legate all’esposizione ad agenti cancerogeni sul posto di lavoro. Le nuove norme contenute, se correttamente implementate, potrebbero salvare migliaia di vite ogni anno.

Il ritardo dell’Italia nel recepimento della direttiva è preoccupante e mette a rischio la salute e la sicurezza di milioni di lavoratori italiani. La Commissione europea ha invitato l’Italia a completare il recepimento entro due mesi, pena l’avvio di una procedura di infrazione che potrebbe comportare sanzioni pecuniarie.

È importante che il governo italiano acceleri il processo di recepimento della direttiva e adotti le misure necessarie per garantire la sua effettiva applicazione. La salute dei lavoratori non può essere messa in secondo piano.

 

Ricordiamo che Ecoconsulsas offre servizi di consulenza alle aziende per la conformità alla direttiva sugli agenti cancerogeni e mutageni. Aiutiamo le aziende a valutare il loro rischio di esposizione, a implementare le misure di prevenzione e protezione necessarie e a redigere la documentazione obbligatoria.

Info a 0523 984372

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Nuovo regolamento attività rumorose a Fiorenzuola D’Arda.

Regolamento attività rumorose temporanee: Fiorenzuola d’Arda approva il nuovo regolamento

Fiorenzuola d’Arda ha finalmente un nuovo strumento per contrastare l’inquinamento acustico causato da attività rumorose temporanee. Il 29 aprile 2024, il Consiglio Comunale ha infatti approvato il Regolamento per la disciplina delle attività rumorose temporanee, un provvedimento che mira a tutelare la quiete pubblica e il benessere dei cittadini.

Cosa prevede il Regolamento?

Il Regolamento si applica a un’ampia gamma di attività, tra cui quelle agricole, cantieri temporanei e mobili, cantieri interni, manifestazioni temporanee in siti dedicati, edifici destinati ad attività diverse da attività umane, edifici sanitari e scolastici. Per ciascuna di queste categorie, per l’ambiente,  il Regolamento definisce valori relativi alla durata e il limite orario consentiti.

Tutela del benessere e dell’ambiente

L’approvazione del Regolamento rappresenta un passo importante verso la tutela del benessere dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente. L’inquinamento acustico, infatti, può avere effetti negativi sulla salute, causando stress, disturbi del sonno e persino problemi di udito.

Un esempio da seguire

Fiorenzuola d’Arda non è l’unico comune italiano ad aver adottato un Regolamento per la disciplina delle attività rumorose temporanee. In diverse altre realtà, come Bologna, Modena e Parma, sono già stati implementati provvedimenti simili con l’obiettivo di garantire un ambiente più vivibile per i cittadini.

Cosa dice la legge?

A livello nazionale, la materia è disciplinata dalla Legge n. 447 del 1995, che definisce i principi fondamentali per la tutela dell’ambiente dall’inquinamento acustico. La legge stabilisce che i comuni possono adottare regolamenti per disciplinare le attività rumorose temporanee, nel rispetto delle normative europee.

Un impegno per il futuro

L’approvazione del Regolamento per le attività rumorose temporanee rappresenta un impegno concreto da parte del Comune di Fiorenzuola d’Arda per la tutela del benessere dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente. Un esempio da seguire per altre amministrazioni locali, al fine di costruire un futuro più sostenibile e vivibile per tutti.

Oltre alle informazioni contenute nell’articolo, è importante sottolineare che:

  • Il Regolamento prevede un sistema sanzionatorio per chi viola le sue disposizioni. Le sanzioni sono quelle previste dall’art.10 della Legge n.447/1995 e dall’articolo 16 della L.R. n.15/2001.
  • Il Regolamento è disponibile sul sito web del Comune di Fiorenzuola d’Arda.

Con l’approvazione di questo Regolamento, Fiorenzuola d’Arda si conferma un comune attento alle tematiche ambientali e al benessere dei suoi cittadini.

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Sicurezza sui cantieri

Dal 1°ottobre 2024, parte la patente per la sicurezza sui cantieri.

SICUREZZA SUL LAVORO: ARRIVA LA PATENTE A PUNTI PER LAVORARE NEI CANTIERI

Dal 1° ottobre 2024 per i soggetti che intendono operare nei cantieri edili sarà obbligatorio dotarsi della PATENTE A PUNTI. Questo nuovo sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi è stato introdotto (in seguito all’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legge relativo a disposizioni urgenti finalizzate a garantire l’attuazione del PNRR) con il fine di rafforzare l’attività di contrasto al lavoro irregolare e di vigilanza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

COME SI OTTIENE:

La patente a punti  per la sicurezza sui cantieri sarà rilasciata in formato digitale dalla sede territoriale competente dell’ Ispettorato del Lavoro.

Per ottenerla, il legale rappresentante dell’impresa o il lavoratore autonomo devono essere in possesso di:

iscrizione alla camera di commercio industria e artigianato

adempimento degli obblighi formativi come previsto dal D.Lgs 81/08 per datore di lavoro, dirigenti, preposti, lavoratori dell’impresa e lavoratori autonomi

DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) in corso di validità

DVR (Documento di Valutazione dei Rischi)

DURF (Documento Unico di Regolarità Fiscale)

COME FUNZIONA:

La patente viene rilasciata con 30 crediti iniziali. Per poter operare nei cantieri temporanei o mobili, il punteggio non può essere inferiore a 15 crediti.

I punti verranno decurtati nei seguenti casi:

– 10 PUNTI in caso di accertamento delle violazioni di cui all’ALLEGATO I del D.Lgs. 81/08

– 7 PUNTI in caso di accertamento delle violazioni che espongono i lavoratori ai rischi indicati nell’ALLEGATO XI del D.Lgs 81/08

– 5 PUNTI in caso di provvedimenti sanzionatori di cui all’art. 3, comma 3 e seguenti, del decreto legge 22 febbraio 2002, n. 12 convertito dalla legge 23 aprile 2002, n. 73 in materia di lavoro irregolare: trattasi di impiego di lavoratori subordinati senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro privato.

VISUALIZZA ALLEGATO I

VISUALIZZA ALLEGATO XI

In caso di infortunio sul lavoro verranno decurtati

– 20 punti in caso di incidente mortale

– 15 punti in caso di incidente che determina un’inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale

– 10 punti in caso di infortunio che comporta inabilità temporanea assoluta per più di 40 giorni

Inoltre, in caso di infortuni da cui sia derivata la morte o un’inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale, l’Ispettorato può sospendere, in via cautelativa, la patente fino a un massimo di 12 mesi.

COME RECUPERARE I PUNTI DECURTATI:

I crediti decurtati possono essere reintegrati a seguito della frequenza, da parte del soggetto nei confronti del quale è stato emanato uno dei provvedimenti, dei corsi di cui all’articolo 37, comma 7 del D.Lgs. 81/08. Ciascun corso consente di riacquistare cinque crediti, a condizione della trasmissione di copia del relativo attestato di frequenza alla competente sede dell’Ispettorato nazionale del lavoro.

I crediti riacquistati non possono superare complessivamente il numero di 15. Trascorsi due anni dalla notifica degli atti e dei provvedimenti, previa trasmissione alla competente sede dell’Ispettorato nazionale del lavoro di copia dell’attestato di frequenza di uno dei corsi, la patente è incrementata di un credito per ciascun anno successivo al secondo, sino ad un massimo di dieci crediti, qualora l’impresa o il lavoratore autonomo non siano stati destinatari di ulteriori atti o provvedimenti.

SANZIONI:

Una dotazione inferiore a quindici crediti della patente non consente alle imprese e ai lavoratori autonomi di operare nei cantieri temporanei o mobili, fatto salvo il completamento delle attività oggetto di appalto o subappalto in corso al momento dell’ultima decurtazione dei crediti. L’attività in cantieri temporanei o mobili da parte di una impresa o un lavoratore autonomo privi della patente o in possesso di una patente recante un punteggio inferiore a quindici crediti comporta il pagamento di una sanzione amministrativa da euro 6.000 ad euro 12.000 e l’esclusione dalla partecipazione ai lavori pubblici di cui al codice dei contratti pubblici per un periodo di sei mesi.

CHI È ESONERARTO:

Non sono tenute al possesso della patente a crediti le imprese in possesso dell’attestato di qualificazione SOA di cui all’articolo 100, comma 4, del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36.

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